La vita delle persone disabili in India è molto difficile. Molto
spesso gravano su di loro pregiudizi sociali, o legati al fattore
religioso, che le relegano ai margini della società.
Secondo la religione indusita cono considerati il frutto di una reincarnazione dovuta ad un karma negativo, quindi un
sorta di punizione, una condizione da scontare per la propria precedente
condotta negativa.
I disabili, che appartengono soprattutto a famiglie povere, sono
tra i 40 e i 90 milioni di persone. La loro condizione fa sì che
abbiano meno accesso al lavoro rispetto al resto della popolazione e anche da bambini i problemi non mancano: la loro possibilità di frequentare la scuola è
quattro o cinque volte inferiore a quella degli altri.
La disabilità inoltre è anche causa di povertà. Alcuni codici di
famiglia dei sistemi di legge indù, quelli Mitakshara e Dayabhagha in
particolare, prevedono, infatti, che una persona disabile sia esclusa
dall'asse ereditario, e malgrado una
legge del 1995 che restituisce dignità e ruolo sociale ai disabili, la
strada da compiere è ancora in salita.
Nel 2010 sono stata in India per una viaggio di turismo responsabile con ViaggieMiraggi e a Varanasi ho conosciuto Divya Jyoti disabled development society, un' associazione guidata da una coppia, Nathan e Sheela, che si occupa di disabili mentali.
L'associazione si finanzia grazie alla vendita degli oggetti di
artigianato del progetto Hand Made prodotti dagli ospiti (candele, bustine di stoffa,
quaderni...) e alla donazioni, non facili da trovare.
Il ruolo
svolto da questa realtà è molto importante, e lo è ancora di più in realzione al contesto in cui
opera, sopra tratteggiato.
Ho così deciso di cominciare a dare una mano con una piccola
campagna di raccolta fondi, alla quale è possibile contribuire sia versando una quota libera sia
dando una mano con il passaparola per far conoscere l'iniziativa. Sul sito http://india.dianaseverati.com trovate le informazioni. La campagna, lanciata il 10 Marzo 2013, si chuderà il 10 Aprile 2013, con la rendicontazione trasparente della raccolta.
Fonti foto: Diana
Diana
Fonti foto: Diana
Diana
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